I nostri ragazzi…

La percezione della condizione psico-sociale delle “seconde generazioni” nelle comunità di immigrati. Una ricerca su Parma. Di Andrea Davolo

L’idea di una ricerca intervento che esplori le condizioni di vita dei giovani immigrati ed intervenga sulle problematicità più rilevanti, nasce dall’osservazione che la formazione di una nuova generazione scaturita dall’immigrazione è un dato ormai consolidato per il nostro contesto.
 
A Parma, la stima di stranieri residenti sul territorio della provincia, aggiornata al 2006, si attesta sulle 30.798 persone pari al 7,4% del totale della popolazione residente, mentre 883 sono i ragazzi stranieri di età compresa fra gli 11 e i 13 anni (pari al 9,4% della popolazione totale corrispondente) e 1.561 i ragazzi stranieri nella fascia d’età fra i 14 e i 18 anni (pari al 9,5% della popolazione totale corrispondente) (Osservatorio provinciale sull’immigrazione, 2006).
Questi dati quantitativi devono invitare istituzioni e servizi ad una riflessione ormai non più rinviabile sulle cosiddette “seconde generazioni”. Ricongiungimenti familiari, nascita dei figli, scolarizzazione, incrementano infatti i rapporti tra gli immigrati e le istituzioni della società ricevente. La nascita e la socializzazione dei figli dei migranti, anche indipendentemente dalla volontà dei soggetti coinvolti, producono uno sviluppo delle interazioni, degli scambi, a volte dei conflitti tra popolazioni immigrate e società ospitante, obbligando a prendere coscienza di una trasformazione irreversibile avvenuta nella geografia umana e sociale del nostro paese. Date queste considerazioni preliminari, le seconde generazioni emergono come un nodo strategico.
 
Altre esperienze nazionali come quella francese o quella britannica indicano che proprio con le seconde generazioni si compie un passo cruciale nel percorso di adattamento reciproco tra migranti e società ricevente. Il modo in cui le seconde generazioni entrano a far parte della società risulta chiaramente fondamentale per le generazioni che da essa scaturiscono, ma retroagisce anche su quella che l’ha preceduta.
 
Un’integrazione soddisfacente dei figli può infatti risultare determinante nel bilancio di un intera esistenza e garantire ai genitori immigrati i benefici di una mediazione con le istituzioni del nuovo paese. Le seconde generazioni si pongono, insomma, come la cartina di tornasole degli esiti dell’esperienza migratoria.
 
Andrea Davolo
Programma Salute Immigrati, Azienda USL Parma
Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Parma
 
 
 
Proprietà dell'articolo
creato: martedì 27 marzo 2007
modificato: martedì 27 ottobre 2009