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Di quale disagio parli?

“Di quale disagio parli” è una ricerca avviata dall’Ausl di Parma (Programma dipendenze patologiche) in collaborazione con il Dipartimento di psicologia dell’Università di Parma per l’anno scolastico 2006-2007.

L’obiettivo della ricerca è di focalizzare l’attenzione sulle forme e i significati del disagio all’interno del contesto scolastico per riorientare gli interventi di prevenzione e cura a una maggiore efficacia.

I destinatari sono in generale tutto il personale della scuola: docenti, alunni, famiglie, e tutti gli interlocutori che a vario titolo si interfacciano con la scuola stessa, compresi gli psicologi del progetto. 

La ricerca si svolge attraverso interviste strutturate e semistrutturate rivolte ai destinatari, gruppi di discussione, elaborazione statistica dei risultati raccolti. Il lavoro è coordinato da operatori esperti e facilitatori dell'Ausl e del Dipartimento di psicologia dell'Università di Parma.
 
Breve descrizione del lavoro in corso
I gruppi di discussione sono finalizzati alla elaborazione di significati condivisi attorno a parole chiave come “disagio”, “benessere”, “prevenzione”, “educazione” ecc., concetti costruiti in contesti differenti, e per questo usati con significati differenti, quindi non sempre facilmente negoziabili. Al termine del percorso si cercherà di ripercorrere i processi che hanno caratterizzato la costruzione dei significati attorno le parole chiave, e verrà effettuata una restituzione allargata a favore dei destinatari e degli operatori interessati.
 

Motivazioni
È ormai condivisa in letteratura la stretta correlazione che si frappone tra il “vivere bene nella scuola”, pervasiva di buona parte della vita dei giovani, e la qualità della performance (c.d. rendimento scolastico). Non solo, vivere bene nella scuola significa anche essere in grado di poter cogliere le opportunità formative, di socializzazione e altro, che la stessa offre.

Il favorire la qualità della vita nel sistema scolastico inoltre costituisce uno dei fattori fondamentali di valorizzazione e di conferimento di significato alla scelta del percorso di apprendimento. Il concetto di scelta, in questa accezione, rimanda all’idea di rendere gli allievi attori del proprio percorso, idea che dovrebbe connettersi coerentemente da un lato con l’intento educativo contenuto nella mission dell’Istituzione scolastica dall’altro con i contenuti più avanzati delle politiche scolastiche e formative.

Focalizzare l’attenzione sul disagio, sulle difficoltà del bambino e dell’adolescente, sul disagio del singolo, sulla parola stessa “disagio”, può innescare una logica fondata sulla patologia, sul deficit. Non appare utile orientare le azioni secondo una logica “riparativa”, per di più indirizzata su singoli soggetti.

È ormai opinione diffusa indirizzare gli interventi di promozione verso un contesto allargato, un sistema di relazioni complesso, costituito dalla rete di relazioni significative, rappresentata dai docenti e da tutto il personale della scuola, dagli alunni e dalle famiglie, nonché da tutti gli interlocutori che a vario titolo si interfacciano con la scuola stessa.

L'attenzione della ricerca è orientata soprattutto attorno ai significati che i vari attori che transitano a fianco della vita della persona attribuiscono a parole chiave come: “disagio”, “benessere”, “prevenzione”, “educazione” ecc.

Proprietà dell'articolo
creato: lunedì 20 novembre 2006
modificato: lunedì 20 novembre 2006